RACCONTO ZEROUNO - PARTE 13

Trascorrendo le vacanze estive in una rinomata località turistica assieme al suo migliore amico e a una nutrita compagnia fatta di ragazzi e ragazze provenienti sia dal posto che da fuori regione.

Nello stabilimento balneare che frequentavano “A” e gli altri fece conoscenza di tre nuclei familiari composti: il feeling tra loro si instaurò sin da subito al punto che ci si ritrovava anche molto spesso di sera in occasione delle varie uscite.
Come era prevedibile, non passò molto tempo che cominciarono a fare capolino tra loro numerosi sospetti circa il trasporto che una delle mogli provava per uno dei giovani amici di “A” che a quanto poi si apprese, ebbe la fortuna di potersi beare delle grazie e della spregiudicatezza di questa donna che approfittò senza esitare della crisi matrimoniale che stava attraversando.

Invidia ecco: questo era il nome di quel sentimento che aveva assalito “A” consapevole di quanto stava accadendo attorno a lui. Del resto si sa: quando si è un giovane maschio atletico, carico di testosterone, per di più libero e in vacanza e tutto intorno ruota attorno al gioco della seduzione e della conquista, mentre tu sei fermo al palo, si può facilmente immaginare la delusione che ovviamente sfociava in grandi sgroppate di fantasia. Ma inevitabilmente fu la sorte a metterci lo zampino. Finalmente.

L’occasione propizia si presentò una sera in spiaggia, davanti a un bel falò mentre tutti insieme – comprese le m.i.l.f. – si giocava al classico dei classici: il gioco della bottiglia. Finalmente il Dio dell’Eros e dell’imprevisto, mossosi a pietà fece finalmente fermare la bottiglia verso “A” che a quel punto toccava rispondere alla domanda di rito che arrivò cinica e puntuale come una doccia gelata:
<>

Passarono forse due decimillimicrosecondi dalla risposta secca: <>

Tachicardia, adrenalina e grandi inspirazioni per “A”, sorrisino compiacente per “E” che da donna esperta accolse ma andò oltre dissimulando e sviando i commenti rituali provenivano dagli altri e che accompagnavano le risposte.
La notte in spiaggia entrò ancora di più nel vivo della sua magia: il falò andava consumandosi lentamente, l’esuberanza di prima andava scemando per fare posto a un’intimità e una complicità tra le varie coppie presenti che in larga parte sdraiati si rilassavano godendo della musica che giungeva dalla rotonda del lido.

“A” intento a farsi ipnotizzare dal fuoco, non si accorse subito che di fianco a lui, nella penombra si era seduta “E” la quale aveva lasciato a casa il marito per badare ai bambini. Incrocio imbarazzato di sguardi e poi una domanda secca, a bruciapelo che costituisce il desiderio di ogni uomo: <>

“A” ancora incredulo capì in quegli attimi che esistevano solamente una consonante e una vocale in grado di esprimere la risposta giusta…. <> disse sacrificandosi totalmente al dio del “carpe diem” – cogli l’attimo. <>

Le ore non passarono mai per “A” che addirittura vedeva le lancette tornare indietro, ma finalmente, le 22:00 arrivarono e “E” si presentò all’appuntamento con la sua utilitaria: fece salire “A” per poi dopo dirigersi verso un isolato parcheggio a ridosso della spiaggia. Non ci volle molto per reclinare i sedili, denudarsi in modo che “E” dall’alto della sua esperienza, liberò dagli slip il sesso di lui già in tiro da un pezzo per ficcarselo subito in bocca in modo da spompinarlo ben bene. “A” non credeva ai suoi occhi: gli sembrava di essere su un set porno. Subito dopo, “E” gli montò addosso per poi iniziare a infilarlo dentro al suo sesso. “A” tentò di divincolarsi cercando di far capire che voleva indossare il preservativo ma lei gli sussurrò nell’orecchio <>.
Cominciò una cavalcata memorabile con lui sotto che assaporava per la prima volta il piacere del sesso senza protezione ben aggrappato ai suoi seni e lei sopra che gemeva e si dimenava come una pantera fino a quando entrambi vennero in una maniera così intensa e liberatoria che furono costretti a distendersi sui sedili l’uno di fianco all’altro: sudati, ansimanti ma soddisfatti.
Non una parola ma delicate carezze tra loro, sui loro volti, sui loro capelli.

“A” divenne realmente uomo in quella serata in cui toccò il cielo con un dito grazie a un orgasmo liberatorio così come non aveva mai provato… nulla a che vedere con le esperienze vissute con le coetanee o magari quelle più giovani, del resto: una m.i.l.f è una m.i.l.f.

Quella sera rientrò nell’alloggio tra stupore e meraviglia e soprattutto con ancora addosso l’odore di lei… non lo avrebbe dimenticato così facilmente.

Il giorno dopo, in spiaggia… (continua)
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Pre 3 godine/godina
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